(Genova, 29 marzo 2010, lunedi) 490_SUL COLMO DEL TETTO
mi scrivi: “cosa c’è sul colmo del tetto? un gatto sbiadito, un uccello di passo, uno straccio volato via?”
una macchia di pelo su piano inclinato, un ricordo che cade sul fondo e non affiora, una foto confusa con facce lontane prive di nomi e anno sul retro, un pianeta in cielo scrutato senza lenti l’attimo prima di chiudere fuori la notte
date allineate, mete mai raggiunte, i ricordi sono tacche incise: più sono nette, meglio si misura la lunghezza di legno che rimane
la regola del progresso è il timore della fine: per questo preferisco tenere la memoria in disordine, epoche diverse attorno, fogli dispersi, simboli senza chiave, oggetti di uso incerto.
dopoilmattino.blogspot.com ha detto…
graaazie la risposta corre fra la memoria in disordine, i simboli senza chiave... un ricordo che cade... mi piace molto
Aveva solo 15 anni, Manish Kumar - scrisse una lettera alla ragazza di un' altra casta - era un dalit non poteva scrivere parole d'amore. ucciso a Bihar, India foto di anna maria ercilli
Dizionario delle parole perdute Avevo letto l'iniziativa spagnola di salvataggio delle parole desuete e, quando ho trovato l' invito nel sito della LUA mi è sembrata una coincidenza da non perdere. Il dizionario delle parole perdute, era presentato come un gioco con poche regole. Quelle stesse regole dibattute fra intensi scambi di email. Alfredo avrebbe curato tutta l'operazione. Sembrava un gioco, ma le discussioni non sono mancate, la difesa del ricordo legato alla parola, si è mostrata subito accanita, niente doveva essere scartato, ma gli scarti erano necessari. Alfredo e Germana e noi del gruppo. Com'era entusiasmante riportare in luce le parole che usavamo con le persone di un tempo. Chi è mancato si è portato via una parte di noi, del nostro comune parlare. Le parole perdute, unite al nostro ricordo autobiografico, credo abbiano lo scopo di tenere in vita il mondo che è stato inghiottito dalla fretta della modernizzazione, dalla ricerca del nuovo.
Nota di Anna Maria Ercilli In questi mesi ho letto dei libri interessanti meritevoli di commenti positivi, prendo solo questo titolo che si distanzia da tutti gli altri. Insolito, coinvolgente, ossessivo, visionario, premonitore? Lo vogliono kafkiano. “ Epepe”l'unico romanzo tradotto di Ferenc Karinthy? Poche note sull'autore, ungherese, è stato campione di pallanuoto, romanziere, giornalista e traduttore di Goldoni, morto nel 1992. Il protagonista Budai prende un volo diretto a Helsinki, è atteso al congresso di linguistica; nella confusione dell'arrivo non nota differenze, gli aeroporti si assomigliano tutti. Ancora assonnato siede sul pullman che lo porta in città, ad ogni fermata si accorge di non riconosce Helsinki, dove si trova? La gente che incontra non capisce le sue domande e lui non comprende la lingua, si ritrova nel vortice di una folla in movimento frenetico, entra nell'Hotel, trova una coda di persone davanti alla reception, ottiene la stanza 921
Commenti
490_SUL COLMO DEL TETTO
mi scrivi:
“cosa c’è sul colmo del tetto?
un gatto sbiadito, un uccello di passo,
uno straccio volato via?”
una macchia di pelo su piano inclinato,
un ricordo che cade sul fondo e non affiora,
una foto confusa con facce lontane
prive di nomi e anno sul retro,
un pianeta in cielo scrutato senza lenti
l’attimo prima di chiudere fuori la notte
date allineate, mete mai raggiunte,
i ricordi sono tacche incise:
più sono nette, meglio si misura
la lunghezza di legno che rimane
la regola del progresso è il timore della fine:
per questo
preferisco tenere la memoria in disordine,
epoche diverse attorno, fogli dispersi,
simboli senza chiave, oggetti di uso incerto.
la risposta corre fra la memoria in disordine, i simboli senza chiave... un ricordo che cade...
mi piace molto
ti lascio qui i miei auguri di Buona Pasqua, che possa trascorrerla serenamente.
A presto.
in quell'istante di passaggio
ciao Anna...ti auguro una Pasqua di armonia e pace.
un abbraccio stretto stretto