nota di Alessandro
nota a 'La stanza del colore
provvisorio'
Verbi della dimenticanza e del ritorno,
dell'ancora e del ripetere con una mimica corporea e paesaggistica,
per conservare, ma soprattutto per affidarsi a quello che la parola
procura.
E' questa la cifra della poesia di
AnnaMaria Ercilli è questa da sempre e viene ribadito con forza in
quest'ultima raccolta autoprodotta: la stanza del colore provvisorio.
"guardare diventa impegno" e
allora ci si protegge con le mani per lasciar spazio a quello sguardo
interiore che va al di là della rappresentazione, per cercare i fili
di quella memoria che diventa flusso emotivo molto più che
sapienziale.
La donna che parla in queste pagine è
una donna che sa perfettamente che nulla ci mette al riparo e che
l'esser senza ricordi ci rende sconosciuti, questo è per Anna Maria
la vera provvisorietà, questo bilico di irruzioni e sparizioni che
"percorre tutte le stanze".
"il respiro imprigionava la voce
necessaria" e un po' si percepisce questa affermazione, dove c'è
sempre un silenzio che raschia in fondo che impedisce la parola, a
volte per merito dello stupore,altre perché è il fiato che manca
per l'ansia di qualunque pronuncia.
in trilogia di un amore, uno dei
diversi componimenti riusciti di questa raccolta, si sente il rumore
di questa fatica, il suono di chi non smette di cercarsi e di cercare
nella misura del proprio sentimento una chiave di lettura senza
curarsi del lasciar tracce, ma preoccupandosi soltanto di essere
riconosciuti negli occhi dell'altro.
28.02.2013
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