La rinuncia degli scrittori invecchiati

Il transito e la penna
In coda alla discussione sugli autori che annunciano al mondo il loro ritiro dalla scrittura (edita), direi solo che, il naturale esaurimento delle energie intellettive e ideative invogliano al riposo e all'ozio, per poter apprezzare i giorni senza l'impegno costante della scrittura.
Come lettrice mi rammarico? Lo trovo naturale, mi preoccupa di più il pensionamento di ottimi primari ospedalieri, il vuoto lasciato, non sempre è colmato da altrettanto capaci discepoli. La vita dei più, dipende anche dalla buona sanità, mentre lo spirito prova rallegramento nella parola, eccelsa, magari necessaria, consolatrice e maestra di etica.
Rileggiamo i nostri amati scrittori per consolarci del tempo che ci lascia indietro.
Non sempre chi abbandona la scrittura smette di scrivere, ad un certo punto del percorso pubblicano i libri tenuti in attesa, dalle note si capisce che hanno scritto con l'aiuto di altri. Un ultimo riapparire con un racconto autobiografico che non sempre è all'altezza dei libri precedenti, un addio con una nota di malinconia.
Una promessa o un vezzo l'annuncio di chiudere definitivamente con il libro di Alice Munro, Philip Roth, G. Grass, R. La Capria? 

                                                                                 foto di anna maria ercilli

Commenti

Post popolari in questo blog

Nelle pagine del tempo

La lingua di Epepe